mercoledì 2 giugno 2010

I dislessici sono migliori imprenditori?

       Bill Gates

I dislessici sono migliori imprenditori?
La ricerca della Cass Business School
Febbraio 2008. Esistono sono casi in cui un handicap iniziale induce le persone a potenziare doti e capacità alternative per superare i propri lilmiti. Ce ne da conferma lo studio di Julie Logan, Docente di Imprenditoria alla Cass Business School di Londra secondo la quale, le persone affette da dislessia, avrebbero maggiori probabilità di divenire imprenditori di successo.
Lo studio comparativo della Prof.ssa Logan e colleghi partì dall’analisi della percentuale di imprenditori dislessici negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Le cifre mostravano che il 35% degli imprenditori americani sono dislessici, contro il 20% degli inglesi. Il fatto è anomalo, se si considera che solamente il 10% della popolazione inglese risulta affetta da dislessia, contro il 15% degli americani. Partendo dai dati raccolti, Jullie Logan scoprì che la discrepanza è attribuibile ad un miglior sistema d’individuazione, intervento e sostegno che, sin dalla giovane età, offrirebbe agli allievi dislessici americani maggiori probabilità di successo.
“Quando il sistema educativo fallisce nell’identificare i soggetti affetti da dislessia in giovane età, molti fra loro, anche se in possesso di un alto potenziale imprenditoriale, non ricevono mai l’opportunità di esprimere il proprio talento nascosto. Il sistema scolastico, dovrebbe essere in grado di valorizzare molto di più i ragazzi dislessici, anzichè emarginarli”, ammonisce Julie Logan.
Malgrado entrambe i sistemi educativi falliscono nella missione di offrire sostegno ai dislessici, gli imprenditori americani conservano un ricordo complessivamente positivo dell’esperienza scolastica, al contrario degli inglesi che ne restano traumatizzati a vita. Kenny Logan, anziano giocatore della nazionale scozzese di rugby, racconta la frustrazione perpetua che contrassegnò il suo percorso scolastico “mi ripetevano tutto il tempo quanto ero lento e stupido; ogni giorno di scuola era fonte di stress e delusione”.
In quale modo il sistema scolastico potrebbe ridurre il senso di alienazione degli studenti dislessici ed infine arrivare a valorizzarne doti e qualità? Innanzitutto, concentrandosi sullo sviluppo di entrambe gli emisferi cerebrali e delle doti interrelazionali[1].
“Gli studenti affetti da dislessia hanno bisogno di un ambiente educativo più pragmatico ed olistico, che gli permetta di esprimere appeno il proprio potenziale. Questo tipo di approccio produrrebbe una società più ricca di imprenditori”, spiega Judi Stewart, Presidente dell’Associazione Britannica per la Dislessia e co-autrice della ricerca.
Quali doti contraddistinguono un imprenditore affetto da dislessia? Innanzitutto, eccellenti doti comunicative “gli imprenditori dislessici sono maestri nel comunicare con il loro team, i clienti, i media. il loro stile, semplice ed immediato, arriva dritto al cuore. Eccellono inoltre nel problem-solving, nel gestire più business e più persone allo stesso tempo (nella media 25 persone contro le 17 dei non-dislessici) e nel delegare (abitudine che devono apprendere per farsi aiutare)” spiega Michael Ter-Berg, imprenditore, co-autore dello studio ed egli stesso dislessico.
“Se i sistemi scolastici modificassero l’approccio educativo nei confronti dei ragazzi affetti da dislessia, avremmo sicuramente più casi di imprenditori di successo, quali Richard Branson o Bill Gates, per citare dei casi esemplari di dislessici che hanno potuto trasformare uno svantaggio iniziale in un vantaggio enorme!” conclude la Professoressa Logan.
http://www.e-school.it/pagine/dettaglio_webdesign.asp?IDwebdesign=67

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